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Le bottiglie riutilizzabili: perché sono il primo passo verso una cultura eco sostenibile

Lo confesso: la mia presa di coscienza sui problemi ambientali è arrivata tardi. Complice forse la vita frenetica, mille impegni, un retaggio di atteggiamento “sprecone” ereditato dai “favolosi” anni ’80/’90, ci ho messo un po’ prima di rendermi conto che il Pianeta stava iniziando a soffrire. Eppure gli indizi c’erano ed erano evidenti, già quaranta anni fa.

Faccio una breve divagazione: avviso fin da subito che questo post non sarà la classica vetrina di borracce e bottiglie, quindi se state cercando la vostra nuova “compagna” di viaggio in vetro, alluminio, acciaio o fibre naturali, potete visitare la nostra Home e selezionare la voce di menù desiderata.

Facciamo un fast forward e arriviamo a 15-20 anni fa. Bottiglie e bicchieri di plastica monouso sono ovunque, i packaging in generale si fanno sempre più elaborati, soddisfando le esigenze di un marketing sempre più aggressivo.

Arriva poi, per fortuna, qualche prima timida presa di coscienza sulla necessità di differenziare i rifiuti (anche se il riciclo in percentuali importanti da noi è ancora una chimera) e un ritorno a prodotti meno industriali, soprattutto nel trainante settore food, ma non solo. Nascono empori, negozi eco sostenibili, supermercati biologici: sicuramente questi danno la possibilità ad avvicinarsi a prodotti con minore impatto ambientale e di sicura qualità superiore.

Ma biologico ed eco sostenibile ovviamente sono parole vuote se non si elimina la cultura del “troppo”, dello spreco, dell’acquisto al limite dell’inutile. Leggevo un articolo interessante a proposito dei barattoli di vetro come contenitori per la cucina, da preferire agli imballaggi industriali, soprattutto se si fa la spesa presso mercati o negozi che permettono di acquistare prodotti sfusi come pasta, riso, spezie. L’articolo suggeriva di “non correre però a comprare tutti barattoli di vetro nuovi di zecca“, ma di cercare di riciclare quello che già si ha a casa, nei limiti del possibile. Piccole cose.

Poi non è che non bisogna spendere, al contrario. Magari spendiamo un po’ di più per comprare verdura a km zero e un po’ meno per un’altra maglietta inutile, sintetica e che dopo il primo lavaggio prende una forma che sembra uscita da Stranger Things, non dalla lavatrice…

Dove voglio arrivare? Mi piacciono le bottiglie e ho deciso di parlare di loro su queste pagine perché sono, almeno per me, l’emblema della presa di coscienza che “ne basta uno”, “posso usarlo di nuovo”, “lo uso fino a che non si rompe e se lo butto può essere riciclato”.

Mi ricordo ancora quando ho acquistato la prima borraccia riutilizzabile. (Ma in realtà per me, generazione del ’70, le bottigliette di plastica sono state una parentesi, anche se lunga). Se inizi ad usare una riutilizzabile, secondo me, poi è difficile tornare indietro. La tua bottiglia è lì e ti suggerisce di riciclare, di cercare di comprare con maggiore accortezza. Non voglio esagerare, ma è un piccolo totem che ispira piccoli gesti quotidiani che, seppur non subito, se moltiplicati per tutti noi, alla fine dovranno avere un effetto positivo!

In questo blog ti invito all’acquisto di bottiglie riutilizzabili, ma prima di tutto ti invito a sceglierla con accortezza, perché, per essere veramente una scelta eco sostenibile, dovrà essere di qualità, durare nel tempo e soddisfare le tue esigenze. E, perchè no, potrà essere il tuo veicolo per iniziare il viaggio verso il tuo stile di vita eco sostenibile 🙂

PS: La bottiglia della foto è la Mismatch Graphite di EQUA, in vetro, con custodia in eco pelle e tappo in acciaio. Trovi il mio articolo su EQUA qui.

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