Non so voi, ma io sento molto scetticismo in giro quando si parla di notizie come questa: diversi istituti scolastici o università distribuiscono bottiglie riutilizzabili gratuite per evitare il consumo di quelle in plastica (vedi ad esempio Studenti.it dove si parla di questa bella iniziativa nel comune di Milano).
Eh, sì, perché il commento più comune è “ma che vuoi che differenza faccia qualche bottiglia in meno?“. Bene, lo spiego qui così almeno al prossimo che mi fa questo commento mando direttamente il link dell’articolo 🙂 Piccola digressione: l’immagine in di questo articolo è di Brian Yurasits (Insta @wildlife_by_yuri): è una bottiglia nell’oceano incontrata dal fotografo durante un’immersione presso le Isole Gili, in Indonesia.
Facciamo un piccolo esempio. In una scuola di asilo e primaria di dimensioni medie ci sono circa 450 allievi. Se ogni allievo si porta una bottiglietta per ognuno dei 200 giorni di scuola, si arriva ad un totale di 8.500 bottiglie all’anno. Se consideriamo che ogni bottiglia persa 25 grammi, il computo finale sarà di 212, 5 Kg. E parliamo di UNA sola scuola (e anche piccola). E, soprattutto paliamo di un solo oggetto consumato, al quale si potrebbero aggiungere gli incarti delle merendine, il cellophane e via dicendo.
Quindi, per come la vedo io, le bottiglie in omaggio agli studenti, ovvero un semplice e tutto sommato economico investimento, ci risparmiano, da sole circa 200 kg di rifiuti. E poi, quanti di questi rifiuti saranno efficacemente riciclati? Se vivete al Nord, possiamo anche parlarne, per quanto riguarda il Centro Sud, lasciamo perdere. Raccolta differenziata? Riciclo? Fantastico, se ci fosse. Ma dal momento che NON si fa in modo corretto, continuativo e eco sostenibile, non è meglio eliminare un po’ di problemi alla fonte?
Acquistare una bottiglietta di plastica monouso è una singola azione sbagliata per l’ecosistema (dove ricordo che ci siamo anche noi). E dato che sono le singole azioni sbagliate, moltiplicate per tutti, a provocare un disastro che è ormai epocale, forse è il caso di iniziare a fare UNA azione giusta. Poi un’altra, poi un’altra ancora. E – non si tratta di inutili allarmismi – dobbiamo fare anche in fretta. A questo proposito potete leggere questo interessante articolo pubblicato su Wired, dove si legge come e quanto siamo invasi dalla plastica.
Quanto ci mette una bottiglia di plastica a decomporsi? Dai 100 ai 1000 anni. Ecco, penso che possa bastare per mettere a tacere chi ancora si permette risatine e commenti del tipo ma che vuoi che sia una bottiglia in più.
E se ancora non fosse sufficiente, ricordo che comunque lo stile di vita Occidentale, pur avendo prodotto progressi tecnologici pazzeschi, di pubblica utilità e che hanno migliorato le nostre vite in modo ineguagliabile, fino adesso non è stato molto capace di gestire gli inevitabili “effetti collaterali” che ha causato.
A questo proposito vi invito a leggere un libro a me molto caro, scritto da Serge Latouche, uno Specialista del Terzo Mondo e dell’epistemologia delle scienze sociali. È stato scritto nel 1989, ma non potrebbe essere più attuale. Si intitola L’Occidentalizzazione del Mondo che… no, non è necessariamente una buona cosa. Se vi interessa, trovate il link per l’acquisto qui, sulla pagina dedicata ai libri. Alla prossima!
