Un mare fatto di acqua, non di plastica

L’inquinamento nei mari è cosa nota. La sporcizia di molte spiagge purtroppo anche. Dipende da diversi fattori: prima di tutto l’inciviltà di chi utilizza la natura come grande pattumiera dove riversare i propri scarti in modo indiscriminato. In secondo luogo, le cattive abitudini di chi crede che il suo comportamento quotidiano non abbia un impatto a lungo termine sull’ambiente.

Il movimento di emergenza ambientale che sta giustamente riempiendo le piazze e le pagine dei giornali non si è fino ad ora purtroppo tradotto in efficace azione dei governi, ma anche noi possiamo fare la nostra parte. Sì, perché protestare in piazza va bene, ma aspettare che le soluzioni ci piovano dall’alto equivale a continuare in quell’atteggiamento passivo che sta mettendo a rischio la conservazione del Pianeta.

Ad esempio, su numerose spiagge italiane e straniere esistono veri gruppi che coordinano la pulizia del litorale, soprattutto quelli meno turistici e quindi ovviamente meno protetti dalle amministrazioni locali. Nei parchi cittadini, poi, oramai sono diversi anni che i residenti si riuniscono per “giornate ecologiche” che aiutano a riconsegnare alle persone le aree verdi in condizione di abbandono.

Certo, sono piccoli passi, ma la sensibilizzazione parte proprio da qui: è un piccolo “venticello” che si speriamo si trasformi in “tumulto generale” ma stavolta, a differenza della meravigliosa aria del “Barbiere” di Rossini, con connotazioni tutte positive!

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